Pratolini è uno dei più bravi della nostra letteratura,
coniugando quello che chiamiamo il neorealismo con la tradizione della letteratura italiana e
soprattutto creando spazi e ambientazioni nuovi.Elio Vittorini
Vasco Pratolini nasce a Firenze il 19 ottobre del 1913.
Compie studi irregolari e ben presto è costretto ad andare a lavorare. Lavora come operaio in una bottega di tipografi, ma anche come cameriere, venditore ambulante e rappresentate.
Questi anni, apparentemente sterili, saranno fondamentali per il suo apprendistato letterario: gli daranno infatti la possibilità di osservare la vita di quelle persone comuni che poi diventeranno le protagoniste dei suo romanzi.
I suoi romanzi vengono definiti neorealisti per la capacità di descrivere la gente, il quartiere, il mercato e la vita fiorentina con perfetta aderenza alla realtà. Con il suo stile semplice, Pratolini descrive il mondo che lo circonda, rievoca i ricordi della sua vita in Toscana e i drammi familiari come quello della morte del fratello, con il quale instaura un vero e proprio dialogo immaginario nel romanzo “Cronaca familiare” (1947).
Vasco Pratolini è un autodidatta. Grazie ad Elio Vittorini prende contatti con il mondo letterario e pubblica i suoi primi scritti nel 1937 su Letteratura. Nel 1938 fonda con Alfonso Gatto la rivista Campo di Marte. Partecipa attivamente alla Resistenza. Dopo la guerra lavora come giornalista e collabora alla sceneggiatura di alcuni famosi film: Paisà di Roberto Rossellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy. Tra le opere più importanti: Cronaca familiare (1947), Cronache di poveri amanti (1947), Metello (1955).
“Metello” è il primo romanzo della trilogia “Una storia italiana” che – con “Lo scialo”, uscito nel 1960, e “Allegoria e derisione”, del 1966 – racconta le vicende dall’unità d’Italia fino agli anni ’50. Muore il 12 gennaio 1991.