Menu Chiudi

Orlando furioso – Italo Calvino

Orlando furiosoGian Maria Annunziata

Pensiamo alla letteratura come a un incontro tra chi scrive e chi legge, tra persone di epoche, culture, luoghi diversi: siamo in casa Mondadori, nella stanza dei ragazzi, e questo “Orlando furioso di Ludovico Ariosto, raccontato da Italo Calvino e illustrato da Grazia Nidasio” è un incontro felice e ricco di sorprese.
Orlando, prode cavaliere, si è innamorato e ha la testa tra le nuvole, tanto che diventa matto, furioso e il suo senno viene ritrovato sulla Luna.
Seguendo i canti e le strofe del poema, Calvino ci racconta la storia di Orlando, dei sodali e degli avversari suoi, guidandoci, con passione e lucidità, in un tortuoso labirinto d’incontri e amori, di scontri e inseguimenti, di duelli e battaglie, e aiutandoci a comprendere il segreto del poetare dell’Ariosto.
Questo segreto è racchiuso e svelato in ogni strofa: l’inventiva e lo slancio creativo, il ritmo e i mutamenti di velocità sono gli elementi coi quali il poeta gioca, con agilità e destrezza; nel racconto alterna toni lirici e sublimi con toni ilari e giocosi, mescola episodi favolosi, tragici amori e battute ironiche, senza mai dileggiare le virtù cavalleresche e sminuire gli ideali che animavano gli eroi di quell’epoca mitica e nei quali la società del suo tempo ancora si riconosceva.
Ora, eccoci tutt’insieme: noi che leggiamo, Ludovico Ariosto e i suoi versi antichi, Italo Calvino che li racconta a modo suo nel nostro italiano e Grazia Nidasio che ci diverte coi suoi disegni…
E’ lo stesso Orlando che abbiamo conosciuto sul banco di scuola ma, in questa veste scintillante, è un vero piacere incontrarlo di nuovo.


Ludovico Ariosto
(1474-1533), figlio di un ufficiale e di una gentildonna, studiò a Ferrara e, verso i trent’anni, s’impiegò come funzionario di casa d’Este ed ebbe anche l’incarico di governatore della Garfagnana e di sovrintendente agli spettacoli di corte. Cominciò a scrivere il poema “Orlando furioso” nel 1504 e ci lavorò per circa un trentennio: ne pubblicò una prima versione nel 1516, una seconda edizione la diede alle stampe nel 1521 e la terza, la definitiva, uscì nel 1532 poco prima della sua morte.


Italo Calvino
(1923-1985) è uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, notissimo per i suoi romanzi e racconti, ha pubblicato anche opere di grande interesse culturale come i vari saggi sulla letteratura e le “Fiabe italiane” da lui raccolte e trascritte.


Grazia Nidasio
(1931), autrice di fumetti e sceneggiature per cartoni animati, ha caratterizzato con le sue illustrazioni, estrose ed essenziali, molta dell’editoria italiana per ragazzi degli ultimi decenni.

Restò nudo e senza armi. Cominciò a svellere un pino, poi una rovere,poi un olmo. Da quel momento la pazzia d’Orlando prese a crescere,a scatenarsi,a infuriare sui campi e sui villaggi.


Estratto:

Sospeso il duello con Mandricardo, Orlando passeggia sulla sponda di un rivo. Vede che i tronchi degli alberi sono pieni di scritte e incisioni…e come fa chi s’annoia, prende distrattamente a decifrare le parole. Legge: Angelica…vede cuori trafitti, nodi che s’allacciano…legge un nome sconosciuto: Medoro. Orlando comprende d’avere un rivale in amore e cavalca assorto in astrusi ragionamenti. All’imbrunire, trova ospitalità in una malga di pastori, apprende da uno di loro tutta la storia dell’amore e delle nozze della bellissima principessa Angelica e del povero fante Medoro; è esterrefatto, va fuori di senno e la sua pazzia infuria sui campi e sui villaggi.

…da gran furore commosso,
e maglie e piastre si stracciò di dosso…
E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo
l’ispido ventre e tutto’l petto e’l tergo;
e cominciò la gran follia, sì orrenda,
che de la più non sarà mai ch’intenda.
In tanta rabbia, in tanto furor venne,
che rimase offuscato in ogni senso.
Di tor la spada in man non gli sovvenne,
che fatte avria mirabil cose, penso.
Ma né quella, né scure, né bipenne
era bisogno al suo vigore immenso.
Quivi fe’ ben de le sue prove eccelse,
ch’un alto pino al primo crollo svelse:
e svelse dopo il primo altri parecchi,
come fosser finocchi, ebuli o aneti;
e fe’ il simil di querce e d’olmi vecchi,
di faggi e d’orni e d’illici e d’abeti.
Quel ch’un uccellator che s’apparecchi
il campo mondo, fa, per por le reti,
dei giunchi e de le stoppie e de l’urtiche,
facea de cerri e d’altre piante antiche.
I pastori che sentito hanno il fracasso,
lasciando il gregge sparso alla foresta,
chi di qua, chi di là, tutti a gran passo
vi vengono a vedere che cosa è questa.
Ma son giunto a quel segno il qual s’io passo
vi potria la mia istoria esser molesta;
et io la vo’ a differire,
che v’abbia per lunghezza fastidire.

Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, illustrato da Grazia Nidasio