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Nemico, amico, amante… – Alice Munro

Nemico, amico, amante – Alice Munro

Introduzione
Alice Munro è maestra e padrona della forma del racconto che eleva a pura arte. Lo fa entrare nella grande letteratura ponendolo sulla stesso piano del romanzo e a volte superandolo, dimostrando che il racconto talvolta si adatta meglio ai nostri tempi, veloci e caotici.
Dei nove racconti che compongono il volume Nemico, amico, amante…, ci ricorderemo a lungo di:
  • una commessa di un negozio di abbigliamento che vendendo un abito dice: “Questo è quanto basta per giustificare la mia esistenza”.
  • Dello scherzo perpetrato da due ragazzine con l’invio di false lettere d’amore che inconsciamente combinano un matrimonio.
  • Di un bacio, un’infedeltà durata lo spazio di un giorno, la scomparsa di una giovane donna da casa, un tenerissimo idillio infantile, divorzi e matrimoni, malattie gravi e non.
  • E, soprattutto, il racconto intitolato: The bear came over the mountain (nell’edizione in lingua italiana mantiene il titolo originale inglese).
The bear came over the mountain

The bear came over the mountain è una storia di lenta, amorevole follia: la storia di Fiona e di Grant, moglie e marito che si sono amati e che si amano ancora. Ma Fiona si sta allontanando dalla realtà, dal tempo reale. Ritornando a casa un giorno si smarrisce e telefona al marito perché la vada a riprendere. Un altro giorno chiede a Grant da quanto vivessero in quella casa: “Era stato l’anno scorso o l’anno prima?” Erano dodici anni che vivevano lì – le risponde Grant. Nelle mente di Fiona il tempo inizia a cedere, ad annullarsi sino alla conclusione del racconto permeato da una commovente e struggente tenerezza. 

Carlo Martegani

I racconti che ho gradito di più sono stati : Nemico, amico, amante…, Il ponte galleggiante e The bear came over the mountain dal quale è stato tratto il bellissimo film “Away from her”.

Citazione

Non domandare, a noi non è dato sapere che cosa il destino abbia in serbo per me, che cosa per te…


Estratto
:

Forse l’offerta di quel lavoro non era poi tanto sicura.
Johanna disse: – Lo so. Ma mi sta bene.
Lui capì che era vero: lei sapeva e le stava bene, le sarebbe stato bene così. Si poteva addirittura dire che era la situazione perfetta, per una donna del genere.
Non che le sarebbe stato riconoscente, comunque. Era arrivato al punto in cui la gratitudine  non rappresentava più un peso, ma un sentimento spontaneo, specie quando nessuno la pretendeva.
Incominciava a pensare a una possibile rinascita. Ecco il cambiamento di cui ho bisogno. Se l’era detto altre volte, e di sicuro prima o poi la previsione si sarebbe avverata. Inverni miti, profumi di foreste sempreverdi, mele mature. Il necessario per mettere su casa.

Lui aveva dell’amor proprio, però. Bisognava tenerne conto. Probabilmente era meglio non nominare le lettere in cui si era dichiarato. In ogni caso, lei le aveva distrutte, prima di partire. Anzi, le aveva distrutte a una a una subito dopo averle lette quanto bastava per ricordarle a memoria; non c’era voluto granché. Di certo non le andava che potessero finire nelle mani della piccola Sabitha e di quella canaglia della sua amica.
Specie una frase dell’ultima lettera, quella della camicia di notte e di lei a letto. Non che certe cose non succedessero, ma metterle nero su bianco poteva essere considerato volgare o stupido, o esporla al ridicolo.
Non credeva che avrebbero visto spesso Sabitha. Ma non gli avrebbe mai impedito di vederla, se era quello che lui voleva.
L’esperienza non era del tutto nuova, quel senso improvviso di crescita e di responsabilità. Aveva provato qualcosa di analogo per la signora Willets; un’altra persona bella e volubile, bisognosa di cure e di qualcuno che la tenesse a bada. Ken Boudreau apparteneva alla categoria un po’ più di quanto si fosse aspettata, e c’erano le ovvie differenze dovute al fatto che si trattava di un uomo, ma di certo niente di cui non si sentisse all’altezza.
Dopo la signora Willets il cuore le si era infeltrito, e aveva creduto che potesse restare così per sempre. E invece, quanta emozione, quanto subbuglio d’amore.

Alice Munro, Nemico, amico, amante – Traduzione di Susanna Basso