Caduto fuori dal tempo è un punto d’arrivo nella carriera letteraria di uno dei massimi scrittori contemporanei, uno di quei libri che portano la nostra consapevolezza e la nostra capacità di sentire a un limite oltre il quale non è possibile andare.
A sei anni dalla scomparsa del figlio Uri, strappatogli dalla guerra israelo- libanese del 2006, Grossman torna a scrivere per ricordare, per dar voce a quel vuoto che lo divora dentro, per ritrovare se stesso e sentire di nuovo vicino il figlio perduto. “Caduto fuori dal tempo” si presenta come “un canto a più voci, un lamento polifonico che echeggia il modulo in versi della tragedia classica”. Un lamento e un dolore che si infrangono su queste pagine bianche con la stessa violenza di quando il mare tortura gli scogli. Un grido silenzioso è questo di Grossman che porta con se, giorno dopo giorno, un fardello comune a molti uomini, padri o madri. Un amore, fuori dal tempo. Un libro che ti porta al centro del dolore, che ti fa sentire tutta la rabbia, tutta la disperazione, tutto l’amore per la perdita di un figlio. Rimane con te anche quando lo hai terminato.
Probabilmente posso Da: “Caduto fuori dal tempo” di David Grossman – Traduzione di Alessandra Shomroni |