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Caduto fuori dal tempo – David Grossman

Caduto fuori dal tempo
Caduto fuori dal tempo è un punto d’arrivo nella carriera letteraria di uno dei massimi scrittori contemporanei, uno di quei libri che portano la nostra consapevolezza e la nostra capacità di sentire a un limite oltre il quale non è possibile andare.
A sei anni dalla scomparsa del figlio Uri, strappatogli dalla guerra israelo- libanese del 2006, Grossman torna a scrivere per ricordare, per dar voce a quel vuoto che lo divora dentro, per ritrovare se stesso e sentire di nuovo vicino il figlio perduto.
“Caduto fuori dal tempo” si presenta come “un canto a più voci, un lamento polifonico che echeggia il modulo in versi della tragedia classica”. Un lamento e un dolore che si infrangono su queste pagine bianche con la stessa violenza di quando il mare tortura gli scogli. Un grido silenzioso è questo di Grossman che porta con se, giorno dopo giorno, un fardello comune a molti uomini, padri o madri. 

Un amore, fuori dal tempo. Un libro che ti porta al centro del dolore, che ti fa sentire tutta la rabbia, tutta la disperazione, tutto l’amore per la perdita di un figlio. Rimane con te anche quando lo hai terminato. 

             
Combatto per me stesso,
solo per la mia anima
contro ciò che annichilisce
offusca
e sminuisce.
Tutta la mia vita
ora,
tutta la mia vita
in punta di penna.

Probabilmente posso
capire solo cose
che sono dentro il tempo. Persone,
per esempio, o pensieri, o dolore
o gioia, cavalli, cani,
parole, amore. Cose
che invecchiano, che si rinnovano,
che cambiano. Anche la mia nostalgia di te
è imprigionata nel tempo. Il dolore
si fa antico
con gli anni, ma ci sono giorni in cui è nuovo,
fresco.
Così anche la rabbia di tutto ciò di cui
sei stato privato. Ma tu
non ci sei più…
non ci sei
più. Sei fuori dal tempo.
Come spiegarti? Dopo tutto anche una spiegazione
è compressa nel tempo. Una volta
un uomo di un paese
lontano mi ha detto che nella sua lingua
chi muore
in guerra è chiamato “caduto”.
E tu sei così: sei caduto
fuori dal tempo, il tempo
in cui mi trovo io
ti scorre
davanti:
una figura
sola
su una piattaforma,
di notte,
la cui oscurità
è gocciolata fuori
completamente.
Ti vedo
ma non ti tocco.
E neppure ti sento
coi sensori del mio
tempo.

Da: “Caduto fuori dal tempo” di David Grossman – Traduzione di Alessandra Shomroni